Articolo (n 1005) del p. Luiz Carlos de Oliveira, cssr
L’uomo che sognava
Tutto il mondo parla di S. Giuseppe il grande, a me piace il piccolo. Maria aveva grandi privilegi. Giuseppe aveva il privilegio di prendersi cura di lei. Maria è stata concepita senza peccato; Giuseppe invece ha dovuto vincere la tentazione. Il nome di Giuseppe si collega a quello di Giuseppe d’Egitto. Questi, il giusto reso schiavo, divenne il salvatore della sua famiglia. S. Giuseppe non fu schiavo in Egitto, ma ha vissuto la stessa difficile situazione di interpretare i sogni per diventare salvatore della sua famiglia, noi, attraverso Gesù, che ha preparato per la missione, insegnandogli il mestiere di carpentiere, il suo, per costruire una casa per il popolo di Dio. Giuseppe è uno di noi. Gente come noi, fedele a Dio, semplice, che vive in armonia, che ha cura della propria famiglia, nella comunità. Il popolo è umile, ma saggio e giusto, come si dice di Giuseppe nel vangelo. È molto bello vedere il lato umano di Giuseppe. Tutto realista ma anche sognatore. Guarda al momento presente con la dimensione del futuro. Il sogno genera grandi realizzazioni. Nelle Scritture, il sogno è un cammino per la rivelazione della volontà di Dio. Il sognare, nella Scrittura, ha reso capaci alcuni di interpretare i cammini della salvezza. Giuseppe affronta la realtà di una gravidanza indesiderata nella sua promessa sposa. Momento di difficile soluzione. Egli soffre. In sogno Dio gli dice: “Giuseppe, figlio di David, non temere di ricevere Maria come tua sposa, perché ciò che è stato concepito in lei è opera dello Spirito Santo” (Mt 1,20). Nella ricerca della volontà di Dio, gli parve chiaro che il cammino era la misericordia. Nel mezzo della notte, si fa giorno nel suo cuore. L’Angelo lo avvisa in sogno di fuggire in Egitto; di tornare in Israele e di andare a dimorare a Nazareth. (Mt 2, 13.15.19-22). Risolveva tutto in Dio che non sempre è chiaro. E’ stato come un sogno. Quante soluzioni si prendono nel silenzio della notte e dopo si dorme tranquilli.
Decidere con un sogno.
Conoscere una persona è sapere la sua verità. S. Giuseppe, sfortunatamente, è stato vittima di quelli che chiamiamo vangeli apocrifi. Sono testi antichi che pretendono di insegnare cose che non stanno nelle Scritture. Ci sono cose buone, ma ce ne sono anche molte di fantasia e anche delle eresie. Il vangelo di Giacomo pretende di raccontare fatti dell’infanzia di Gesù. Lì Giuseppe è presentato come un signore già molto vecchio, vedovo. Per questo nell’iconografia abbiamo un Giuseppe dalla barba bianca. Immagino che Dio ha seguito il costume del popolo. Maria riceve l’annuncio dell’incarnazione dalla voce dell’Angelo quando era ancora fidanzata. Tutto questo è accaduto ma al livello della fede che va al di là del semplice pensare umano. Dio ha confidato in questi due giovani, maturi per il matrimonio, che seppero sognare le cose di Dio. Sintonizzarono la loro fede con la volontà di Dio. Seppero cercare, con l’aiuto della grazia e le loro capacità, ciò che è di Dio. Essi seppero orientarsi e scegliere i cammini di Dio, come sappiamo. Se anche noi credessimo di più nei giovani, saremmo migliori. È nella gioventù che si prendono le grandi decisioni. Da anziani ci accomodiamo.
Sognare le cose di Dio
La celebrazione di San Giuseppe ci insegna a sognare e a interpretare i sogni (ricordiamo Giuseppe d’Egitto) per sintonizzare la nostra vita con il pensiero di Dio. Giuseppe già fa come poi insegnerà Gesù: Io faccio sempre ciò che piace al Padre mio (cfr. Gv 8,29). A misura che amiamo Dio, conosceremo i suoi pensieri e la sua volontà. La Parola di Dio è, per noi, l’orientamento pratico. Giuseppe, conoscitore della Parola di Dio, ha fatto di questa la sua vita. Così scoprire e realizzare la sua vocazione, divenne facile. La festa di San Giuseppe ci anima ad accogliere Maria e a lasciare Gesù crescere in noi.