Essere Cristiani

Messaggio ai Lavoratori, chiusura Concilio 1965

 

 

MESSAGGIO DI SUA SANTITÀ PAOLO VI
AI LAVORATORI

 

1 Nel corso di questo Concilio, noi, vescovi cattolici dei cinque continenti, abbiamo riflettuto insieme, fra molti altri argomenti, sulle gravi questioni che pongono alla coscienza dell’umanità le condizioni economiche e sociali del mondo contemporaneo, la coesistenza delle nazioni, il problema degli armamenti, della guerra e della pace. E siamo pienamente coscienti dell’incidenza che la soluzione data a questi problemi può avere sulla vita concreta dei lavoratori e delle lavoratrici del mondo intero. Così desideriamo, al termine delle nostre deliberazioni, indirizzare a loro tutti un messaggio di fiducia, di pace e di amicizia.

2 Figli carissimi, state prima di tutto sicuri che la Chiesa conosce le vostre sofferenze, le vostre lotte, le vostre speranze; che essa apprezza altamente le virtù che nobilitano le vostre anime: il coraggio, la dedizione, la coscienza professionale, l’amore alla giustizia; che riconosce pienamente gli immensi servizi che voi rendete all’insieme della società, ciascuno nel proprio posto e spesso nei posti più oscuri e più disprezzati. La Chiesa ve ne dà atto e ve ne ringrazia attraverso la nostra voce.

3 In questi ultimi anni essa non ha cessato di tener presenti allo spirito i problemi, di una complessità continuamente crescente, del mondo del lavoro. E l’eco che hanno riscosso nelle vostre file le recenti encicliche pontificie ha dimostrato quanto l’anima del lavoratore del nostro tempo sia concorde con quella dei suoi più alti capi spirituali.

4 Chi ha arricchito il patrimonio della Chiesa di questi incomparabili messaggi, papa Giovanni XXIII, ha saputo trovare la strada del vostro cuore. Egli ha mostrato splendidamente, nella sua persona, tutto l’amore della Chiesa per i lavoratori, così come per la verità, la giustizia, la libertà, la carità, su cui è fondata la pace nel mondo.

5 Di questo amore della Chiesa per voi lavoratori vogliamo noi pure essere testimoni presso di voi, e vi diciamo con tutta la convinzione delle nostre anime: la Chiesa è vostra amica. Abbiate fiducia in lei! Alcuni tristi malintesi, nel passato, hanno troppo a lungo alimentato tra noi la diffidenza e l’incomprensione; la Chiesa e la classe operaia ne hanno entrambe sofferto. Oggi è suonata l’ora della riconciliazione, e la Chiesa del Concilio vi invita senza secondi fini a celebrarla.

6 La Chiesa cerca sempre di comprendervi meglio. Ma voi dovete cercare a vostra volta di comprendere che cosa è la Chiesa per voi lavoratori, che siete i principali artefici delle prodigiose trasformazioni che il mondo oggi conosce: perché voi sapete bene che se non le anima un potente soffio spirituale esse saranno la rovina dell’umanità, invece di fare la sua felicità. Non è l’odio che salva il mondo! non è il solo pane della terra che può saziare la fame dell’uomo.

7 Accogliete dunque il messaggio della Chiesa. Accogliete la fede che vi offre per illuminare il vostro cammino: è la fede del successore di Pietro e dei duemila vescovi riuniti in Concilio, è la fede di tutto il popolo cristiano. Che essa vi illumini! Che vi guidi! Che vi faccia conoscere Gesù Cristo, vostro compagno di lavoro, il Maestro, il Salvatore di tutta l’umanità.

8 dicembre 1965

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